Concordato preventivo biennale: il correttivo ne aumenta l’appeal

Il tanto discusso concordato preventivo biennale cambia faccia grazie all’approvazione definitiva del primo decreto legislativo correttivo della riforma fiscale da parte del Consiglio dei Ministri. Questo provvedimento introduce modifiche sostanziali alla disciplina del concordato preventivo biennale, originariamente delineata dal D.Lgs. 13/2024, rendendolo uno strumento più attraente per i contribuenti.

La novità più rilevante consiste nell’introduzione di un regime di tassazione opzionale applicabile al reddito incrementale concordato, con aliquote che variano dal 10% al 15% in base all’affidabilità fiscale del contribuente. La nuova versione del decreto, recependo le istanze delle associazioni di categoria e delle Commissioni parlamentari, mantiene i criteri di calcolo del reddito concordato stabiliti dai decreti ministeriali del 14 giugno 2024 (per i soggetti ISA) e del 15 luglio 2024 (per i contribuenti in regime forfetario), ma introduce un’importante novità: la possibilità di optare per una tassazione sostitutiva più vantaggiosa sulla differenza tra il reddito del 2023 e quello stimato per i periodi d’imposta oggetto di concordato.

Il nuovo sistema prevede 3 aliquote di flat tax, che variano in base al punteggio ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale) del contribuente:

  • 10% per chi ha un punteggio ISA tra 8 e 10;
  • 12% per chi ha un punteggio ISA di 6 o 7;
  • 15% per chi ha un punteggio ISA di 5 o inferiore.

Facciamo un esempio pratico per comprendere meglio il funzionamento di questo nuovo meccanismo. Immaginiamo un professionista con un reddito dichiarato nel 2023 di 50.000 euro e un punteggio ISA di 8,5. Se il reddito concordato per il 2024 fosse stimato in 60.000 euro, l’incremento di 10.000 euro sarebbe tassato con l’aliquota del 10%, anziché con l’aliquota marginale Irpef che potrebbe essere significativamente più alta.

Questo nuovo approccio ha il duplice vantaggio di rendere il concordato preventivo biennale più appetibile per i contribuenti e di graduare il carico fiscale in base all’affidabilità fiscale. È importante notare che i contribuenti considerati meno affidabili dal punto di vista fiscale non solo avranno redditi concordati più elevati (come previsto dal D.M. 14 giugno 2024), ma applicheranno anche l’aliquota di imposta sostitutiva più alta sul maggior reddito.

Tuttavia, il decreto correttivo non si limita a introdurre vantaggi fiscali, ma rivede anche il perimetro delle situazioni che possono portare alla cessazione del concordato preventivo biennale. In particolare, vengono introdotte due nuove cause che portano allo stop dell’accordo:

  • per i soggetti ISA: se il contribuente dichiara ricavi o compensi superiori del 50% rispetto al limite previsto per l’applicazione degli ISA (circa 7,5 milioni di euro);
  • per i contribuenti in regime forfetario: se vengono dichiarati ricavi o compensi superiori del 50% rispetto al limite previsto per il regime forfetario (in questo caso, 150.000 euro, considerando la soglia dei 100.000 euro il cui sforamento porta all’uscita già nell’anno in corso).

Con la prossima pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale verranno forniti tutti i nuovi dettagli applicativi della nuova normativa.

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