Criptoattività, plusvalenze tassate solo se superano l’importo di 2mila euro

Il cambio di passo nelle istruzioni ai modelli dichiarativi, anche se non trova un  perfetto riscontro nella normativa primaria, è tuttavia in linea con i chiarimenti  forniti con la circolare 30/E/2023. In tale sede, infatti, la seguente affermazione  lasciava invece intendere che il limite di 2mila euro fosse qualificabile come una  franchigia: «Le plusvalenze e gli altri proventi realizzati mediante rimborso o  cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività, per la parte che  eccede la soglia di 2mila euro vengono assoggettate ad imposta sostitutiva nella  misura del 26 per cento».

 Le istruzioni ai modelli dichiarativi 2025 replicano tale impostazione. Tuttavia,  l’articolo 67, comma 1, lettera c-sexies, nella versione in vigore nel biennio 2023 2024, prevede che siano tassabili come redditi diversi «le plusvalenze e gli altri  proventi realizzati mediante rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o  detenzione di criptoattività, comunque denominate, non inferiori complessivamente  a 2.000 euro nel periodo d’imposta». Dal tenore letterale della normativa primaria,  a parere di chi scrive l’ammontare di 2mila euro dovrebbe essere qualificato come una soglia anziché una franchigia, in quanto la legge parla di importi «non inferiori  complessivamente» e non fa quindi riferimento ad alcuna franchigia.

 Le recenti modifiche apportate alla lettera c-sexies dalla legge di Bilancio 2025  (legge 207/2024), in base alle quali da l° gennaio 2025 la soglia di 2mila euro non  trova più applicazione, non aiutano ai fini della corretta interpretazione della  disposizione in comento. Infatti, l’articolo 1, comma 25, della legge di Bilancio, ha  semplicemente soppresso la soglia, senza aggiungere alcun elemento interpretativo  utile per il passato. Sarebbe pertanto opportuna una presa di posizione definitiva  delle Entrate, in quanto non è giustificabile in alcun modo un trattamento diverso  dello stesso reddito nel biennio 2023-2024, periodo in cui la normativa non ha   subito alcuna variazione.

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